Cristóbal è uno dei miei migliori amici.
Abbiamo lo stesso interesse per le lingue ed una predilezione nella precisione della scelta dell’uso della parola. Hara nel parlare del suo lavoro dice spesso: "che cosa sto cercando è un linguaggio".

Rimango sempre affascinato dalle sue fotografie perché sono diverse da tutte le altre fotografie di qualunque altro fotografo, e anche perché io stesso non riuscirei a farne di uguali. Ed anche per una terza ragione di cui vorrei parlare soltanto alla fine di questo testo.

Cristóbal non gradisce spiegare il suo lavoro e dice invece: "le mie fotografie devono parlare per quello che sono", per questo l'esigenza della mia breve introduzione.

Ho avuto bisogno di due mesi per portare a termine questo compito perché queste fotografie non sono immediatamente evidenti a tutti e lo diventano soltanto quando sono scelte, riprodotte e guardate in una certa maniera.
Un nuovo linguaggio non è mai comprensibile subito.
Nella sua introduzione a VANITAS, Ignacio Gonzalez, l'editore del libro - e stimatore di Hara - ha ammesso che non ha pensato di vendere un gran quantita’ di copie; e stiamo parlando di uno dei libri fotografici più eccezionali che ci siano.

E’ triste da dirsi dirsi che, dal punto di vista di un fotografo professionista, Cristóbal non rende la sua operazione affatto più facile. A bordo della sua vecchia Volvo, si mette in viaggio da solo per raggiungere determinati posti in Spagna che visita regolarmente, in determinate date, durante certe feste tradizionali. Non riesce ad usare le parole per descrivere l'oggetto della sua ricerca - o forse preferisce non dirle.